GT Popping: Wild Fishing Anglers: Fiji Kadavu

L'arcipelago delle Fiji nel mezzo dell'oceano pacifico davvero l'altra parte del mondo

Il lungo volo intercontinentale che collega L'Italia alle isole Fiji ci trasporta in una realtà entusiasmante sotto molti aspetti, un oceano pacifico ancora vergine che si infrange sulle enormi barriere coralline delle isole, il colore verde intenso della vegetazione in molti tratti impenetrabile, lagune coralline brulicanti di vita autoctona; non si può fare a meno, a primo sguardo, di notare l'intensità dei colori di una terra così lontana un impatto che difficilmente si dimenticherà.

Il piccolo volo interno che ci proietta in poco più di un'ora di volo nella più meridionale delle isole Fijiane Kadavu

Decidiamo di formare una spedizione di 4 pescatori appassionati di tropico per testare questi mari con le moderne tecniche del vertical jigging, popping tropicale, e spinning blue water, sarà l'isola di Kadavu, la più meridionale dell'arcipelago, a ospitarci per l'intero arco del soggiorno, il nostro punto base il Matava ecoresort, immerso nella fitta vegetazione fijiana che da qualche anno è anche importante charter di riferimento per la pesca tropicale nel Pacifico avendo ottenuto ottimi risultati.

Il nostro Bite me la barca di Adrian che ci accompagnerà per tutto il viaggio

Avendo scelto l'inizio di giugno come periodo di pesca, sapevamo di essere alla fine dell'estate australe e all'inizio della stagione invernale e dei venti che da sudest interessano questa parte di pacifico molto esposta, l'abilità dello skipper ci ha comunque permesso di pescare sempre in grande sicurezza e di provare tutte le tecniche di pesca che ci eravamo prefissati prima di partire.

Andrea Prende una cernia su un fondale di 60 mt vicino al nostro Matava resort

L'immensittà degli spot non ha disatteso le nostre aspettative, forse un po' più di clemenza del tempo ci avrebbe fatto comodo, ma col senno di poi ci ha permesso i vedere l'intera potenzialità del luogo.

Anto fa subito un bel Gt a vertical sull'astroble great reef di Kadavu

Gli spot di pesca:
Il Great Astroble reef, un enorme banco corallino che circonda la metà a sud l'isola di kadavu e di Ono, è dimora dei grandi predatori tropicali come Giant trevally, red snapper, dog tooth tuna, squali di barriera; imponenti sono i suoi drop off che nell'arco di poche decine di metri sprofondano negli abissi del Pacifico, è facile intuire che lungo queste vertiginose cadute si possano trovare pesci di taglia considerevole.

Il big a popper della Vacanza fatto da antonello in alcuni spot del sud.

Caratteristica di questa barriera è il continuo frastuono dell'infrangersi delle lunghe onde oceaniche, anche più di tre metri di altezza, spesso causate dai forti venti che si scatenano nella vicina Nuova Zelanda; proprio in questi frangenti, dove spesso il reef affiora a pelo dell'acqua, sostano i caranx ignobilis per ossigenarsi pronti a tendere agguati ai pesci fucilieri loro preda preferita.

Spesso i predatori diventano prede come questo rusty job fish catturato a Jigging.

Non essendoci fortissime correnti la scelta degli spot di pesca sia per il popping e del jigging, cade molto spesso sulle spalle di reef e sui corner, altrove abbiamo riscontrato attività; molto più importanti invece le fasi di marea specialmente quelle ascendenti che abbiamo quasi sempre dedicato alla pesca in superficie sia con rumorosi boccalarga che con adescanti stick bait che in alcuni casi hanno fatto la differenza, soprattutto in risacca.

Persino i pesci trombetta attaccano i jigs da 200 g

Lo skipper ha, quando si pesca vicino al reef con la tecnica del popping un compito assai difficile, per non finire sulla barriera è costretto a compiere delle serpentine longitudinali sempre scrutando l'orizzonte per la sicurezza, in allerta nella ricerca dell'onda più alta che potrebbe causare il danno, e in caso di avvenuto attacco posizionare l'imbarcazione di poppa al corallo cercando di portare il prima possibile il predatore lontano dalle numerose insidie dell'acqua bassa.
Il pesce verrà salpato quasi sempre in tutta sicurezza in profondità superiori ai 50 mt